Il surriscaldamento globale rappresenta una grave minaccia per il pianeta e la comunità scientifica è compatta nell’attribuirne la causa alle emissioni antropiche di gas a effetto serra in atmosfera, su tutti l’anidride carbonica derivante dal settore energetico.

Pe tale motivo, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, conosciuta anche come COP26 di Glasgow, ha sancito l’impegno a raggiungere entro il 2050 la cosiddetta Carbon Neutrality e chiesto ad ogni paese di presentare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni entro il 2030.

La transizione energetica, ovvero il passaggio da un sistema incentrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, è forse la più importante sfida del secolo e TED concede ampio spazio all’argomento, anche oggetto di un’iniziativa globale dedicata (il “Countdown”).

Questo continuo richiamo di attenzione sull’urgenza di sostenere e accelerare soluzioni concrete alla crisi climatica fa sì che affiorino implicazioni che, per quanto rilevanti, spesso non sono a tutti note. Ad esempio, sappiamo di quanta energia pulita dovremo davvero disporre per riuscire ad azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050? Disponiamo delle tecnologie necessarie a produrla? E ancora, i paesi che controllano i minerali che stanno alla base delle tecnologie che oggi sembrano più promettenti sono pronti a condividerli?

Anche a livello locale stanno emergendo soluzioni tecnologiche e innovative per la riduzione delle emissioni e per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, specialmente in ambito marittimo e portuale. Ad illustrarcele di persona saranno l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e SEARES, una startup livornese che sta raggiungendo la notorietà internazionale grazie ai rivoluzionari sistemi di ormeggio e ancoraggio che ha ideato. Il mare, del resto, è sempre stato l’Oro Blu dei livornesi.